L’implantologia dentale è un trattamento chirurgico che, ricorrendo all’uso degli impianti dentali, consente di riabilitare la normale funzione masticatoria con l’applicazione di una protesi fissa.

L’inserimento degli impianti dentali porta con sé i comuni rischi di un qualsiasi intervento chirurgico, ai quali si aggiunge un numero limitato di rischi legati alle specificità dell’implantologia dentale (rischi legati alle strutture anatomiche coinvolte nella chirurgia orale).

Indagini per limitare i rischi dell'implantologia

L’anamnesi, ovvero la descrizione fornita dal paziente sul proprio stato di salute, è il primo passo verso una corretta valutazione del quadro clinico e la conseguente definizione di un trattamento. In caso di necessità, è lo stesso implantologo che  chiede al paziente di eseguire determinati esami aggiuntivi (come gli esami del sangue) per individuare eventuali patologie da tenere presenti durante la pianificazione dell’intervento.

Alla valutazione dei fattori di rischio legati al quadro clinico generale del paziente, si aggiunge la valutazione dei fattori di rischio legati alla situazione orale.

Le indagini strumentali come ortopanoramica o TAC permettono all’implantologo di completare le indagini e avere un quadro complessivo della situazione.

In presenza di specifiche patologie, è prerogativa del chirurgo valutare se e come sia possibile procedere con l’implantologia ed eventualmente predisporre i dovuti accorgimenti terapeutici.

Queste prime fasi – anamnesi e pianificazione –  sono fondamentali per minimizzare i rischi dell’intervento.

Ma quali sono i principali rischi correlati all’intervento di implantologia dentale?

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Mancato attecchimento dell’impianto dentale

Ciò che permette alla protesi fissa di sostituire in maniera stabile i denti naturali è il processo di fusione che ha luogo tra l’impianto dentale e l’osso mascellare/mandibolare in cui è inserito. Questo processo è noto come “osteointegrazione” e garantisce la stabilità dell’impianto nel tempo.

Quando per molteplici motivi l’integrazione dell’impianto con l’osso non si verifica, si è in presenza di un mancato attecchimento dell’impianto.

Generalmente, il mancato attecchimento di uno o più impianti si diagnostica entro 6 mesi dal loro posizionamento e può essere dovuto a fattori di diversa natura:

  • infezioni non curate;
  • scarsa igiene orale;
  • fumo eccessivo;
  • alto consumo di alcol;
  • scarsa densità ossea;
  • errori chirurgici.

In caso di mancato attecchimento non si verificano seri rischi per la salute del paziente.

Nello specifico, l’implantologo provvede a rimuovere l’impianto e contestualmente procede con il curettage della ferita. Se le condizioni cliniche del cavo orale lo consentono, è possibile riposizionare l’impianto nella stessa seduta; in caso contrario, è necessario attendere la guarigione dei tessuti ossei prima di procedere con un nuovo intervento, questa volta seguendo una procedura diversa.

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Sanguinamento post-intervento

L’emorragia post-intervento è un rischio che accomuna la maggior parte degli interventi chirurgici. Nel caso dell’implantologia, il rischio di fuoriuscita di sangue è legata alla lesione dei vasi sanguigni del cavo orale durante la fase chirurgica.

L’utilizzo di attrezzature adeguate, un’attenta pianificazione preimplantare e soprattutto l’esperienza del chirurgo consentono di scongiurare gravi lesioni del cavo orale.

In aggiunta, in presenza di piccole emorragie è possibile controllarle ricorrendo all’uso di coagulanti, che solitamente sono sia somministrati tramite fiala che applicati localmente.

Reazioni allergiche durante la chirurgia implantare

Tra i rischi della chirurgia generica occorre ricordare anche l’insorgenza di reazioni allergiche che, nelle situazioni più critiche, possono sfociare in una crisi anafilattica.

Nel caso dell’implantologia dentale, eseguire l’anamnesi e valutare attentamente la storia clinica del paziente consente all’anestesista e al chirurgo di evitare il rischio che durante l’intervento insorgano criticità e complicanze dovute a possibili allergie. Nei rari casi in cui si producano reazioni allergiche, tuttavia, la somministrazione di cortisone consente di superare l’episodio in maniera tempestiva e completa.

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Contrazione di infezioni durante l'intervento

 

L’infezione causata da batteri durante le manovre chirurgiche è un rischio che è presente in qualsiasi intervento chirurgico.

In concreto, la probabilità di contrarre infezioni durante le manovre chirurgiche è remota. Difatti, nel nostro Paese le normative sanitarie in materia di igiene e salute sono molto restrittive e rappresentano un’importante garanzia per i pazienti.

Un centro odontoiatrico che rispetta le norme sanitarie impiega materiale monouso e presenta appositi sistemi per la sterilizzazione degli strumenti di lavoro. Al fine di assicurare la massima protezione e igiene al paziente, i sistemi per la sterilizzazione devono essere oggetto di revisioni periodiche.

Sporgenza dell'impianto nel seno mascellare

Eventuali problemi al seno mascellare hanno luogo quando l’impianto dentale è inserito nell’osso ma sporge nella cavità del seno mascellare. Il seno mascellare è il più grande dei seni paranasali e si colloca all’altezza dei premolari e molari superiori.

Si tratta di una cavità d’aria la cui membrana esterna è estremamente sottile e delicata. Pertanto, quando a seguito di valutazioni errate o per insufficiente esperienza del chirurgo gli impianti dentali sporgono accidentalmente nella cavità sinusale, occorre rimuovere l’impianto e ripristinare la regolare anatomia del seno e della membrana che lo riveste.

Anche in questo caso, si tratta di un rischio che si verifica con una probabilità tanto più bassa quanto più alta è l’esperienza del chirurgo.

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Intorpidimento del labbro inferiore

In seguito alla compressione esercitata dall’ematoma e dal sangue sul nervo alveolare inferiore – il nervo posto nella mandibola -, la sensibilità all’altezza delle gengive e dei denti inferiori potrebbe subire un certo ritardo.

In tal caso, si tratta di piccole parestesie temporanee il cui effetto più comune è la sensazione di intorpidimento delle gengive, delle labbra inferiori e dei denti. Una parestesia del genere non desta particolari preoccupazioni dal momento che è passeggera e che, in casi eccezionali, può durare fino ad alcuni mesi.

Se al contrario l’inesperienza del clinico comporta una grave lesione del nervo alveolare inferiore, la parestesia è permanente. La parestesia permanente è un’eventualità remota anche per i clinici meno esperti e il rischio più frequente resta l’insorgere di piccole parestesie temporanee che svaniscono nell’arco di poco tempo.

Altri rischi in implantologia legati al quadro clinico del paziente

Pazienti diversi portano con sé quadri clinici altrettanto diversi tra loro, anche quando si è in presenza di una medesima patologia. In aggiunta, eventuali associazioni di patologie nello stesso paziente possono rendere il quadro clinico ulteriormente complesso, richiedendo un’attenta valutazione dell’odontoiatra.

Un implantologo esperto valuta sempre le condizioni di salute del paziente con molta attenzione prima di formulare un piano di intervento, individuando eventuali rischi e predisponendo le misure necessarie per neutralizzarli.

Nel caso di pazienti diabetici, ad esempio, una volta normalizzati i valori glicemici (diabete compensato) è possibile procedere con l’implantologia dentale. Qualora non sia possibile normalizzare il diabete (diabete scompensato), il rischio che si presenta al paziente è che i tempi di guarigione si allunghino eccessivamente. Di conseguenza, una guarigione più lenta può far aumentare il rischio di infezioni e un mancato attecchimento dell’impianto dentale.

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Conclusioni

Elencare i potenziali rischi dell’implantologia risulta utile per delineare un quadro completo dell’argomento ma non ha la pretesa di sostituirsi alla valutazione del medico.

Consultare direttamente il chirurgo-implantologo permette di valutare con attenzione il quadro clinico di partenza, individuare eventuali fattori di rischio e predisporre un piano di intervento per neutralizzarli.

In ogni caso, se si eccettuano errori accidentali causati dalla mano di un clinico poco esperto, il rischio reale legato alla chirurgia implantare è il mancato attecchimento dell’impianto. Come si è visto, il mancato attecchimento dell’impianto non compromette di per sé la salute del paziente e generalmente si risolve con un secondo trattamento chirurgico.

Di conseguenza, se eseguita da personale competente, l’implantologia dentale non produce seri rischi per la salute del paziente; al contrario, la protesi su impianti consente di riavere denti fissi, di normalizzare la masticazione e restituire al contempo un sorriso naturale.

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