Vuoi sapere quali sono le fasi che ti porteranno a riavere una protesi dentale fissa con l’implantologia? Ti interessa sapere cosa avviene in ogni singolo appuntamento?

Grazie a questo articolo avrai un quadro preciso di tutta la terapia implantoprotesica: a partire dalla prima visita fino al giorno in cui potrai tornare a sorridere di nuovo.


Indice:

  1. La prima visita
  2. Pianificazione dell’intervento
  3. L’intervento
    1. Sedazione
    2. Bonifica della bocca
    3. Inserimento degli impianti
    4. Fissaggio della protesi
  4. Post-operatorio

Ma quali sono le diverse fasi del trattamento di implantologia dentale?

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1. La prima visita per l'implantologia

Prima di intraprendere il trattamento di implantologia, l’odontoiatra ha bisogno di chiare informazioni sulla salute della tua bocca. E’ pertanto necessaria una valutazione approfondita per analizzare le varie possibilità terapeutiche e per mettere in luce eventuali controindicazioni al trattamento.

Nella prima fase è quindi fondamentale l’esecuzione di anamnesi ed esame obiettivo.

Nello specifico, l‘anamnesi consiste nella raccolta dei dati del paziente per verificare la presenza di eventuali controindicazioni all’impianto.

Verrà indagato se hai sofferto di parodontite, se hai particolari allergie o patologie sistemiche; quali farmaci assumi e soprattutto perché ti sei recato dal dentista.

Questa fase, pur potendo sembrare banale, è di estrema importanza. Proprio qui, già preliminarmente, è possibile intuire quali sono le aspettative del paziente e se il trattamento sia fattibile o meno.

Successivamente, si procederà all’esame obiettivo in cui il dentista eseguirà l’ispezione e la palpazione di denti e tessuti molli, cercando di comprendere:

  • quanti e quali sono i denti mancanti;
  • quali andrebbero estratti;
  • quanti andrebbero curati;
  • lo stato di gengiva e di mucosa orale.

Inoltre, valuterà visivamente i rapporti tra i denti della stessa arcata e quelli dell’arcata opposta, la loro mobilità, ligiene orale e la salute parodontale del paziente.

 

 

L’attenta valutazione di questi aspetti metterà in luce tutti gli eventuali ostacoli alla terapia implantare.

Quindi si procederà con le indagini radiologiche.

In prima battuta si svolge l’ortopantomografia, detta anche panoramica. Questa, come dice la parola stessa, fornisce una panoramica, ovvero un quadro molto grossolano e generico della bocca in 2D.

L’ortopantomografia è molto utilizzata nelle altre branche dell’odontoiatria, ma nell’implantologia è la TAC 3D a fare da padrona.

 

radiografie e impianti

La Tomografia Computerizzata in 3D (TC 3D) è una tecnica radiografica che sfrutta dei raggi X a fascio conico per realizzare una ricostruzione tridimensionale della bocca.

Questo step è essenziale quando l’ortopanoramica non è sufficiente per eseguire una valutazione precisa del quadro clinico. Si utilizza soprattutto quando la situazione è precaria e serve per comprendere se vi è sufficiente qualità e quantità di osso per inserire l’impianto. In più, si visioneranno tutte quelle strutture anatomiche nobili che potrebbero localizzarsi in prossimità dell’impianto, come seno mascellare, nervo alveolare inferiore e forami mentonieri.

Se anche qui il paziente risulta essere idoneo all’implantologia, si può procedere con lo step successivo: lo studio del quadro clinico e la pianificazione dell’intervento.

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2. Pianificazione dell'intervento di implantologia

Una volta acquisite le informazioni necessarie grazie alle indagini radiologiche (TC e ortopantomografia), l’implantologo esegue un’attenta progettazione pre-implantare dell’intervento.

Questo significa che l’implantologo pianifica l’operazione in ogni minimo dettaglio, stabilendo in anticipo la tipologia, il diametro e la lunghezza degli impianti da usare, l’inclinazione esatta in cui posizionarli e i punti precisi dell’osso in cui inserirli.

In presenza di casi particolarmente complessi, pertanto, l’implantologo simula l’intervento avvalendosi di un modello fisico. Si tratta di un modello che riproduce fedelmente la struttura del tuo osso mascellare o mandibolare.

tac 3D impianti

 

In particolare,  le informazioni ricavate dalla TC 3D sono rielaborate al computer e impiegate dalle stampanti 3D per stampare un modello identico alla tua struttura ossea.

L’impiego del modello stampato permette di simulare l’intervento e di pianificarne ogni singolo aspetto, arrivando al giorno dell’intervento con le idee ben chiare.

La pianificazione pre-implantare, in definitiva,  consente di affrontare in piena sicurezza e con successo anche i quadri clinici più complessi e delicati. Difatti, mettendo in luce le criticità del caso, essa offre una guida dettagliata da impiegare durante la fase chirurgica.

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3. Intervento di implantologia

Dopo aver valutato attentamente il tuo quadro clinico, arriva finalmente il giorno dell’intervento che a sua volta si articola in diverse fasi.

3.1 La sedazione

La prima fase è rappresentata ovviamente da sedazione e anestesia che rendono l’intervento indolore ed eliminano ansie, stress e ricordi.

sedazione cosciente impianti

 

L’anestesista somministra il sedativo al paziente che lo porta in uno stato di assoluto relax. Anche se rimane collaborativo, il paziente, persino l’odontofobico, non avverte dolore né è vittima di stati d’ansia o di paura.

3.2 Bonifica della bocca

Dopo aver sedato il paziente, si procede con la bonifica della bocca, ovvero con l’estrazione dei denti irrimediabilmente compromessi e con l’asportazione dei tessuti affetti da eventuali infezioni (come la parodontite).

Per tale ragione, è sconsigliabile estrarre i denti prima dell’implantologia, generalmente è possibile eseguire i due trattamenti contemporaneamente.

Anche la parodontite, o piorrea, viene trattata durante la stessa seduta e non rappresenta una controindicazione all’intervento a patto che si curino i tessuti prima dell’implantologia.

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3.3 L'inserimento degli impianti

Bonificata la bocca, si giunge alla fase chirurgica, ovvero allo step in cui si posizionano gli impianti a livello delle ossa mascellari.

In questa fase, gli operatori esperti si possono avvalere della chirurgia senza lembo (flapless), ovvero senza incisione con il bisturi e della implantologia post-estrattiva che prevede l’inserimento degli impianti dentali negli alveoli dei denti appena estratti, riducendo i traumi e i tempi di esecuzione.

L’implantologo può seguire due vie: l’implantologia a carico immediato e l’implantologia a carico differito.

Il carico differito

Se non è possibile procedere con il carico immediato, ci si affida al carico differito che prevede il ricorso a una protesi mobile per un periodo di 4-6 mesi.

In tale circostanza, gli impianti vengono posizionati ma non vengono “caricati” del peso della protesi e del conseguente carico masticatorio. Esistono 2 tecniche di inserimento degli impianti:

  • La tecnica sommersa consiste nell’esecuzione di un lembo gengivale, nell’inserimento dell’impianto e nella sutura della gengiva stessa al di sopra dello stesso. L’impianto dunque viene lasciato sommerso per tutto il tempo necessario per l’osteointegrazione. Tipica del carico differito, a distanza di mesi ci vorrà una seconda seduta per scoprire la vite e inserire la corona artificiale.
  • La tecnica non sommersa, invece, prevede un unico intervento in cui l’impianto viene lasciato guarire scoperto.

Le 4 diverse fasi del carico differito – tecnica sommersa

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Il carico immediato

Nel caso del carico immediato il posizionamento della corona artificiale avviene contestualmente e il trattamento si conclude nella stessa seduta, mediante l’inserimento delle corone.

Laddove possibile, i centri specializzati in implantologia hanno sostituito la tradizionale tecnica del carico differito con quella del carico immediato, una procedura che consente di completare il trattamento in un solo giorno.

3.4 Fissaggio della protesi

Terminato l’intervento, il paziente viene fatto riposare per qualche ora, giusto il tempo di rifinire la protesi già preparata nei giorni precedenti in base alla progettazione pre implantare.

A protesi rifinita, il protesista o l’implantologo la fissano agli impianti appena inseriti.

Il tempo di guardarsi allo specchio e si è pronti per tornare a casa con le proprie gambe!

 

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4. Il post-operatorio

Il post-operatorio è generalmente a discrezione del chirurgo implantologo che valuterà la tua situazione clinica. Solitamente sarà costituito dall’assunzione di antibiotici e, al bisogno, di comuni farmaci analgesici.

intervento di implantologia

Spesso potrebbe essere indicato l’utilizzo di un collutorio a base di clorexidina (disinfettante) in modo tale da mantenere bassa la carica batterica nel cavo orale.

È inoltre opportuno spazzolare delicatamente nell’area chirurgica con spazzolino a setole morbide ed evitare di mangiare cibi particolarmente duri dal lato trattato.

A tutto ciò vengono poi associate regolari visite di controllo, per verificare l’igiene orale e per adottare tutte le precauzioni per mantenere l’impianto nel tempo.

A distanza di 4-6 mesi, si dovrà rivedere la protesi:

  • se è stata fissata una protesi definitiva, si procederà con la ribasatura, un’attività che consente di modificarla per riadattarla ai tessuti che, dopo qualche mese, avranno assunto la loro forma definitiva;
  • se è stata fissata una protesi provvisoria, la si sostituirà con una protesi definitiva.

Generalmente quest’ultima fase richiede 2 sedute: la prima per prendere l’impronta e la seconda per fissare la protesi fatta realizzare.

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